Torno a scrivere sul blog con un bel peso in meno rispetto a pochi giorni fa: istologia è andata e sono ufficialmente al secondo anno!
E' stata davvero una gran fortuna aver passato, anche bene, questo esame subito alla prima. Sarebbe stato davvero brutto partire portandosi dietro gli ormai famigerati libri e dover stare a ripassare. Senza contare il rivivere la non bella sensazione d'ansia vissuta i giorni e, soprattutto, la mattina, prima dell'esame. Come ha detto Daniele, di ritorno a casa: " Stamattina in treno eravamo in certe condizioni..."
Insomma, archiviata isto, dal 13 mi trovo in "ritiro" in Trentino, in Val di Non, la "patria" della mela Melinda. Non so quante migliaia di tonnellate ne vengano prodotte qui ogni anno, certamente molte, dal momento che in valle si vede un'unica, enorme, distesa di meli.
Devo ammettere che la sera qui non c'è molto da vedere, però di giorno mi dò da fare, tentando anche, ma inutilmente, di smaltire quel pò di "pancetta" che, causa diminuzione dell'attività fisica dovuta alla preparazione di istologia, ho messo su.
Oggi, per esempio, assieme a mia madre e mia sorella ed altre quattro persone più la guida, sono stato a camminare lungo un percorso abbastanza accidentato all'interno del parco nazionale dello Stelvio, per arrivare alle cascate del Saènt.
Dopo aver raggiunto con il pullmino quota 1500 metri, a piedi siamo arrivati fino ai 1900 circa camminando all'interno della boscaglia, e costeggiando anche alcune malghe, ovvero delle costruzioni di legno isolate, abitate, per alcuni mesi dell'anno, da pastori. Ad una di queste ci siamo fermati, pasteggiando con pane, formaggio, speck e "mortandela", un salume tipico della Val di Non, tra l'altro davvero buono. Lungo il sentiero abbiamo potuto scorgere una delle marmotte che vivono in questi luoghi, ed imbatterci anche in una vipera, che, per fortuna, se n'è andata subito infilandosi tra l'erba. Come ci è stato spiegato, se non si tenta di darle fastidio o di colpirla, normalmente se ne va e non succede niente.
Sulla via del ritorno, abbiamo incontrato uno di questi pastori, che, con due asini adulti carichi di provviste ed uno piccolo, stava raggiungendo una delle malghe, dove possiede 500 pecore. Non so proprio come faccia a vivere per mesi, da solo, in una casa di legno in un luogo come quello, bellissimo quanto isolato, posto nel bel mezzo dei boschi alpini. E' sposato, in pensione da dieci anni dopo aver fatto l'autista, ma ha deciso di intraprendere quell'attività. Pensate che quando, passati lì alcuni mesi, è giunto il momento di lasciare la malga, arriva a piedi, con il gregge di pecore, fino in Veneto. Ho capito che per fare quella vita devi esserne veramente appassionato, altrimenti, come farei io, non resisterei neanche un giorno lì, da solo.
Mi fanno ancora male le gambe per via di oggi, ma in compenso ora, con una istologia in meno da dare, posso, almeno per qualche giorno, far lavorare un pò il corpo e rilassare la mente, che ne ha davvero bisogno.
Fresella alla Moranese
12 anni fa
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