martedì 22 aprile 2008

"I have a dream" - Realizzare il "sogno" - Compito 8


Ho seguito con grande attenzione oggi pomeriggio il discorso del professore De Bernard. Ho trovato di importanza assoluta, tra le altre, soprattutto alcune cose che ha detto.

Innanzitutto, penso che gli vada senza dubbio riconosciuto il merito di aver fatto autocritica e di aver cambiato il suo insegnamento della biochimica presso l'Università di Trieste, essendosi reso conto che i suoi studenti non riuscivano a rendere per quelle che, in realtà, erano le loro capacità. Il metodo adottato, quello di ridurre al minimo le lezioni ex cathedra e di far lavorare gli studenti in gruppi di dieci, è peraltro molto interessante ed intelligente. Compito del docente è a questo punto affascinare gli studenti, e stimolarli all'autonoma scoperta della materia, senza dimenticare di porne lo studio nel contesto con le altre strettamente connesse. I risultati del suo metodo, della sua voglia di migliorare, muovendosi in prima persona e collaborando con i ragazzi, sono stati evidenti. Il prof. De Bernard è riuscito a realizzare una didattica nuova, anche accordandosi con gli altri docenti, in modo che i ragazzi potessero dedicare tre mesi solo allo studio della biochimica. Questa è una cosa che a noi, ma non solo, manca: i corsi sono, purtroppo, molto fitti ed è difficile anche apprezzare pienamente una materia, perchè non si ha tempo di scoprirla fino in fondo.
Ciò che mi ha colpito maggiormente è stato quando, parlando a proposito dell'umanità, che si richiede alla figura del medico e che l'università dovrebbe cercare di insegnare, il professore ha citato l'episodio, vissuto sulla propria pelle, del medico, che, senza un minimo di tatto, senza proferire alcun incoraggiamento o rassicurazione, comunica con una freddezza impressionante al paziente che ha un tumore, e se ne va. Questo aspetto fa riflettere: la cosa peggiore che può fare un medico è essere indifferente ai sentimenti del paziente, senza pensare che quest'ultimo si può sentire a disagio, impaurito, costretto a sottoporsi a numerosi esami e terapie, di cui nessuno si preoccupa di parlargli. Riflettiamoci su e facciamo sì che nessuno di noi diventi un giorno un medico di questo tipo. Studiare in questa facoltà offre opportunità di conoscenza ampie e variegate; spetta a noi mantenere una fondamentale visione d'insieme nel nostro modo di procedere. Questa, oltre ai vari aspetti clinici, comprende anche il lato psicologico ed umano delle persone che si rivolgono al medico.

La formazione di professionisti a 360 gradi, a partire da noi giovani studenti, che lui considera un patrimonio, penso sia il punto fondamentale del "sogno" del professor de Bernard.

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