lunedì 28 aprile 2008

L'assurda crudeltà di un "padre"

Risale a ieri una notizia che è apparsa su tutti i telegiornali e che mi ha veramente sconvolto, per non dire altro.
Un uomo austriaco di 73 anni, Joseph Fritzl, ha tenuto rinchiusa per 24 anni sua figlia maggiore in uno scantinato buio, senza finestre, e l'ha costretta, attraverso violenze continue, ad avere rapporti con lui, tanto da mettere al mondo sette figli. Sembra addirittura che il piccolo corpo del settimo, morto poco dopo la nascita, sia stato portato via e bruciato dall'uomo. Dico uomo per non definirlo padre perchè mi sembra una bestemmia, ma anche uomo è un termine che non gli si addice affatto.
Tre di questi figli, di 19, 18 e 5 anni, sono sempre vissuti nello scantinato con la madre, e non hanno mai visto neanche la luce del sole. Fritzl portava loro ogni tanto cibo, acqua e vestiti. Ai vicini aveva raccontato che la figlia si era aggregata ad una setta religiosa.
La triste vicenda è stata scoperta perchè una dei tre figli segregati è stata ricoverata in gravi condizioni all'ospedale, ed i medici hanno voluto parlare con la madre. Una volta libera, la donna, che oggi ha 42 anni, ha raccontato tutto. Fu attirata da Fritzl nello scantinato dello stabile dove aveva un laboratorio quando ne aveva 19, il 28 agosto del 1984. In questo vasto locale senza finestre, insonorizzato, è stata drogata e ammanettata. Da lì non è più uscita. Per lei era impossibile liberarsi, dal momento che per accedere a questo scantinato c'è una piccola porta nascosta del quale solo l'uomo conosceva la combinazione.
E' una vicenda che mi è parsa incredibile nella sua crudeltà e orrore. Come si può fare una cosa del genere? E' inconcepibile. Questo individuo è un mostro, a tutti gli effetti. E che nessuno tiri fuori la storia che è affetto da infermità mentale, perchè quella organizzata a suo tempo per la figlia fu una trappola studiata, e organizzata nei minimi dettagli (bunker insonorizzato perchè nessuno sentisse le sue grida, porta con combinazione ecc). A ciò si aggiungono le ripetute e vergognose violenze sessuali compiute su di lei, per cui, a questo punto, mi viene spontaneo dire che bisognerebbe veramente riconsiderare la possibilità della castrazione, chimica o non.
Un'altra cosa che mi lascia senza parole è il pensare che questi tre poveri ragazzi sono stati tenuti rinchiusi lì dentro fin dalla nascita. Non hanno mai visto la luce del sole. Di una cosa che a noi sembra normalissima, loro, prima d'ora, non hanno mai potuto godere. Sono stati privati di amicizie, istruzione, felicità. Sono stati privati della loro vita. Questo ci deve far riflettere sulla gravità incommensurabile di quello che ha commesso questo mostro. Alla fine di tutto ciò, mi domando, ci potrà mai essere una pena solo lontanamente paragonabile al dramma che hanno passato queste quattro persone? Dovrebbe essergli riservata la stessa straziante angoscia, la stessa solitudine, lo stesso orrore che loro hanno vissuto, e forse, un giorno, si renderebbe conto di quello che ha fatto.

http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/prigione-austria/1.html

1 commento:

Shunran ha detto...

Sai cosa mi ha sconvolto più di tutto nella vicenda? Il pensare che quei figli, oltre ad essere privati dei loro anni migliori e della pienezza del mondo, sono stati per semrpe marchiati da un'immagine di "padre" e di "famiglia" totalmente aberranti e mostruose.

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